Nella nostro percorso di studio su come leggere la busta paga fino ad ora abbiamo analizzato due delle tre parti in cui abbiamo suddiviso la nostra busta paga: l’intestazione e il corpo del cedolino, oltre alla retribuzione nel quale vengono inserite le voci che daranno poi vita al netto mensile, ora vediamo come calcolare lo stipendio netto partendo dal lordo.
La terza parte della busta paga è di norma quella più difficile da comprendere, ricca di numeri e nomi di cui spesso non si conosce il significato, grazie a questa guida speriamo di facilitarvi il compito.
Calcolo stipendio lordo mensile
Prima di procedere con l’analisi dobbiamo individuare il totale lordo spettante, cioè la sommatoria di tutti gli elementi dovuti al lavoratore dato dalla differenza tra le voci inserite nelle competenze e nelle trattenute.
A questo punto possiamo individuare quali voci vi sono nell’ultima parte del cedolino, prima di poter calcolare il netto del mese:
- contributi Inps;
- imposte;
- detrazioni per lavoro dipendente ed eventualmente familiari a carico.
Come calcolare lo stipendio netto dal lordo
Dopo aver individuato la retribuzione lorda procediamo a calcolare lo stipendio netto. In primis procediamo con la trattenuta dei contributi INPS: questi vengono pagati una parte dal lavoratore e una parte dall’azienda.
La quota a carico del lavoratore corrisponde nella maggior parte dei casi al 9,19% (o 9,49% per operai e impiegati metalmeccanici o commercio sopra i 15 dipendenti) e viene trattenuta quindi dalla retribuzione del lavoratore. La restante parte della contribuzione è a carico del datore di lavoro e non influisce sul calcolo dello stipendio netto.
È importante precisare che non tutte le voci che compongono il cedolino andranno a finire nell’imponibile contributivo, infatti a titolo esemplificativo non vi rientrano tutte quelle voci che prevedono già un anticipo da parte dell’istituto, classico esempio la malattia o la maternità.
Individuazione dell’imponibile fiscale
Una volta sottratta la contribuzione a carico del lavoratore, proseguiamo nel calcolare lo stipendio netto. Il secondo passaggio che dobbiamo fare è quello legato all’individuazione dell’imponibile fiscale, dato dalla differenza tra la retribuzione lorda e i contributi previdenziali.
“Imponibile fiscale = Retribuzione lorda – Contributi previdenziali”
In questo caso, però, non siamo impreparati dato che abbiamo già approfondito il discorso legato all’Irpef in un’apposita guida, qui ne ripercorreremo solo i caratteri essenziali.
Leggi anche: Irpef: cos’è, chi la paga, scaglioni, calcolo e tutto quello che c’è da sapere
Innanzitutto, la caratteristica che contraddistingue questa imposta è la progressività: la quota percentuale di reddito assorbita dall’imposta aumenta in proporzione al reddito stesso.
Irpef: scaglioni e aliquote
Solitamente il reddito imponibile è indicato a livello annuo, ma nel nostro caso al fine di facilitare i conteggi lo riproporzioneremo su base mensile:
Reddito imponibile
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Aliquota
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Imposta dovuta
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fino a 8.174 € |
0
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fino ad 8.174,00 € (no tax area) |
fino a 15.000 € |
23%
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23% del reddito
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da 15.001 fino a 28.000 € |
27%
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3.450,00 + 27% da calcolare sulla parte oltre i 15.000,00 €
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da 28.001 fino a 55.000 € |
38%
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6.960,00 + 38% da calcolare sulla parte oltre i 28.000,00 €
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da 55.001 fino a 75.000 € |
41%
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17.220,00 + 41% da calcolare sulla parte oltre i 55.000,00 €
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oltre 75.000 € |
43%
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25.420,00 + 43% da calcolare sulla parte oltre i 75.000,00 €
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Va ricordato che a partire dal secondo scaglione Irpef in poi, ossia in caso di reddito superiore a quello con aliquota Irpef base, le aliquote Irpef successive vengono applicate solo per la parte di reddito eccedente.
Addizionali regionali e comunali
Legata alla parte fiscale troviamo altre due trattenute: addizionale regionale e comunale, entrambe da calcolare in riferimento alla regione e al comune di residenza e in base alle aliquote individuate da apposite delibere.
Dato che ormai abbiamo qualche strumento in più possiamo fare un ulteriore passo avanti: abbiamo individuato l’imposta lorda, ma sappiamo che quella che verrà trattenuta è netta, quali elementi ci aiutano a ridurre l’impatto delle imposte? Le detrazioni!
Le detrazioni fiscali
Anche questo argomento era stato trattato in una guida dettagliata, pertanto sappiamo che possiamo avere detrazioni da lavoro dipendente oppure a queste si possono aggiungere le detrazioni per coniuge o figli a carico.
Sono in linea generale dei calcoli puramente matematici, quindi, a seconda della vostra situazione personale non dovete fare altro che prendere carta e penna (e calcolatrice!) ed individuare lo sconto da applicare alla vostra IRPEF lorda.
Prima di fare un ripasso generale dei procedimenti da seguire per individuare il netto in busta è bene precisare che vi sono alcune voci che non rientrano né nell’imponibile previdenziale, né in quello fiscale agendo direttamente sul netto in busta, pensiamo ad esempio agli acconti della retribuzione.
Calcolo stipendio netto dal lordo
A questo punto siamo quasi giunti alla fine della nostra busta paga e dovremmo essere capaci di calcolare lo stipendio netto, perciò ripassiamo i vari procedimenti:
- Individuare la retribuzione lorda (sommando tutte le competenze diminuendole delle trattenute);
- Calcolare i contributi previdenziali a carico del lavoratore sull’imponibile previdenziale;
- Individuare l’imponibile fiscale;
- Calcolare l’imposta lorda (applicazione delle aliquote Irpef sull’imponibile);
- Calcolare l’imposta netta (diminuire l’imposta lorda del valore totale delle detrazioni spettanti);
- Individuare il netto: imponibile fiscale – imposta netta;
- Verificare se al netto individuato devo aggiungere eventuali voci come ANF o Credito art. 1 DL. 66/2014.
Finalmente a questo punto abbiamo individuato lo stipendio netto, che per ragioni di praticità è sempre arrotondata all’unità di euro. L’arrotondamento, infatti, viene applicato con modalità tali da non determinare una riduzione della retribuzione netta spettante al lavoratore per ciascun periodo di paga.
Come deve essere pagato lo stipendio
Dopo aver visto come calcolare lo stipendio netto è doveroso, prima di terminare la guida sulla lettura della busta paga, fare un cenno alle modalità di pagamento della retribuzione.
L’obbligo di pagare la retribuzione sorge dopo che il lavoratore ha effettuato la prestazione e l’art. 2099 codice civile dà disposizione riguardo al fatto che la retribuzione debba essere corrisposta periodicamente. Questa viene pagata con le modalità e nei termini stabiliti nel contratto collettivo e/o individuale o, in mancanza, secondo gli usi del luogo in cui il lavoro viene eseguito.
Tra i metodi di pagamento viene ricompreso anche l’utilizzo del contante, oltre a tutti gli altri metodi sicuramente tracciabili quali assegno o bonifico. E’ notizia di pochi giorni fa che la Camera dei Deputati ha approvato un disegno di Legge secondo il quale vi debba essere la piena tracciabilità delle buste paga, eliminando quindi la possibilità di utilizzare il contante.
Lo scopo principale di questo disegno di Legge è quello di contrastare la pratica, ricattando il dipendente di licenziamento, di corrispondere un importo inferiore rispetto a quello indicato nel cedolino.
A questo punto le uniche modalità potranno essere:
- bonifico su IBAN intestato al lavoratore;
- pagamento in contanti presso lo sportello bancario o postale indicato dal datore di lavoro;
- assegno.
Per maggiori informazioni, contattaci!