Il mio contributo per Well Work
Già dalla sua radice più profonda è inevitabile il collegamento tra il lavoro e la stanchezza sia essa fisica o mentale.
Quante volte i lavoratori si sono lamentati per gli occhi rossi a causa delle ore passate davanti al monitor del pc, oppure per il mal di schiena causato da posture non corrette? Frequentemente.
A questo proposito genera timore “Emma” il manichino creato dall’azienda britannica Fellowes, con l’intento di rappresentare come sarà l’impiegato del futuro: occhi rossi, sovrappeso, con le gambe gonfie e la gobba. Un’immagine che non rincuora per nulla.
Il manichino è stato ideato basandosi su interviste condotte a circa tremila lavoratori inglesi, tedeschi e francesi che svolgono un tipico lavoro da ufficio al computer.
Questa indagine ha riportato che già ora quasi la metà dei lavoratori interessati soffre di secchezza agli occhi, mal di schiena e mal di testa frequente.
In aggiunta la sedentarietà tipica del lavoro di ufficio è rapidamente collegabile al sovrappeso: le ore passate alla scrivania sono molte e non si compensa con attività fisica sufficiente a contrastare l’effetto negativo.
I problemi di salute che possono derivare da queste condizioni sono veramente seri, sicuramente per i lavoratori ma questo si ripercuote inevitabilmente sul datore di lavoro. Come?
Ad esempio, con l’incremento delle assenze per malattia.
Per cercare di arginare questo fenomeno l’azienda può intervenire tutelando i suoi lavoratori e cercando di rendere l’ambiente lavorativo il più salutare possibile.
Un’alternativa è quella di aumentare il livello di “wellbeing” ossia lo stato di benessere nel quale l’individuo è in grado di sfruttare al meglio le sue capacità impattando positivamente sui risultati aziendali.
Il datore di lavoro deve cercare di far star bene i suoi lavoratori inserendo delle accortezze che possano avere un impatto positivo sulla loro salute psico fisica.
Ad esempio, se l’immagine di “Emma” riporta un impiegato in sovrappeso qualora vi sia una mensa aziendale potrebbero essere serviti pasti equilibrati, instradando i lavoratori verso un’educazione alimentare.
Un’alternativa potrebbe essere quella di dare l’opportunità ai lavoratori di praticare sport: il lavoratore avrebbe beneficio psico-fisico, oltre ad un notevole risparmio di tempo per evitare di effettuare continui spostamenti casa-lavoro-palestra-casa che rendono snervanti ancora di più la giornata.