Il mio contributo per Well Work
Per i più modaioli questa settimana di settembre è un vero fermento: inizia la fashion week. Città come Milano si animano di eventi e non si fa altro che parlare di stilisti e modelle. Le case di moda con il loro numero elevato di dipendenti e risorse economiche possono essere d’ispirazione anche per progetti che vanno oltre le sole sfilate.
Molto spesso quando si parla di welfare viene inteso quale strumento per apportare benessere ai lavoratori.
Sicuramente tra i capisaldi di ogni azienda virtuosa vi dovrebbero essere il rispetto delle minoranze, delle pari opportunità e un’attenzione verso l’equilibrio tra lavoro e vita privata.
Se per una volta cambiassimo la prospettiva, il welfare potrebbe essere una leva utile per portare benessere al di fuori dell’azienda: ad esempio a chi è in una situazione di disagio.
Molti lavoratori potrebbe avere a cuore attività di volontariato, ma si sa che il tempo a disposizione di chi lavora è sempre molto risicato e trovare tempo da dedicare a queste attività potrebbe essere difficile.
D’ispirazione il progetto portato avanti dalla famosa casa di moda Gucci che ha creato un programma “Gucci Changemakers” per mettere a disposizione dei numerosi dipendenti l’1% del tempo lavorativo da dedicare ad attività di volontariato.
I dipendenti possono scegliere liberamente l’associazione a cui prestare volontariato purché appartenga ad una di queste macro categorie: parità di genere, rifugiati e poveri, educazione, ambiente.
Come si concretizza questo progetto?
In sostanza vengono retribuiti ai lavoratori tra i 2 e i 4 giorni lavorativi all’anno, a seconda del tipo di contratto.
Un colosso come Gucci ha messo a disposizione un sistema interno totalmente dedicato al volontariato nel quale i lavoratori possono scegliere oltre 250 attività a cui partecipare nelle loro città.
Va da sè che non tutte le realtà imprenditoriali possono sostenere sistemi creati ad hoc per regolare questo tipo di attività, ma come abbiamo visto in diversi contributi sono diversi i modi che il datore di lavoro ha a disposizione per permettere ai dipendenti di esprimere al meglio i propri interessi.