Alle porte di agosto i lavoratori vedono sempre più vicino il momento in cui potranno finalmente staccare dal lavoro concedendosi un momento di meritato relax.
Mare, montagna o lago poco importa la destinazione, l’importante è rigenerarsi dopo le fatiche lavorative concedendosi un periodo di ferie. Prima di pensare alla destinazione però è bene ricordare alcuni elementi utili per la gestione delle ferie all’interno dell’azienda.
Chi decide il periodo di ferie? Il lavoratore può rinunciare alle ferie e chiedere di ricevere in cambio un’indennità economica? Quanto durano le ferie?
Facciamo chiarezza.
Le ferie sono un diritto irrinunciabile per il lavoratore: è proprio la nostra Costituzione all’articolo 36 c. 3 a stabilire che “il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.”
Chi ne ha diritto?
Le ferie spettano a tutti i lavoratori dipendenti, qualunque sia la qualifica, la mansione o il tipo di contratto applicato. Ne hanno anche ai soggetti impiegati nei lavori socialmente utili, in quelli di pubblica utilità e nei progetti di inserimento personale.
La retribuzione: quanto viene pagato il lavoratore in ferie?
Tra i tanti dubbi dei lavoratori vi è quello legato alla retribuzione: quanto è lo stipendio del lavoratore in ferie?
Più di tutto, però, le ferie possono non essere godute e prevedere di erogare un’indennità economica al lavoratore?
Il periodo trascorso in ferie è retribuito con la stessa retribuzione che il lavoratore avrebbe percepito se avesse lavorato.
Attenzione però: le ferie non godute non possono essere pagate, vige il divieto di monetizzazione delle ferie. Il lavoratore non può accordarsi con il datore di lavoro per trasformare in retribuzione i giorni di ferie non goduti perché le ferie hanno lo scopo di ripristinare nel lavoratore le energie psicofisiche spese durante l’attività lavorativa e non hanno una funzione legata alla retribuzione. L’unica deroga è prevista in caso di cessazione del rapporto di lavoro, dove la liquidazione dell’importo corrispondente alle ore residue di ferie, avverrà nel cedolino relativo all’ultimo mese di contratto, pertanto le ferie non vanno mai perse.
Chi decide il periodo di ferie?
La gestione delle ferie rientra nell’organizzazione aziendale, pertanto è facoltà del datore di lavoro individuare i periodi in cui i lavoratori possono assentarsi o meno per ferie, oppure imporre la chiusura aziendale. Se, quindi, normalmente, è il datore di lavoro a decidere il periodo di ferie, il lavoratore può in ogni caso chiedere di assentarsi in periodi differenti previo accordo con il datore di lavoro salvaguardando sempre l’organizzazione aziendale.
Quante ferie matura ogni lavoratore? Esiste un termine entro cui fruirle altrimenti si perdono?
La durata delle ferie è fissata in quattro settimane per ogni anno completo di servizio ma i contratti collettivi possono estendere tale periodo, ma non ridurlo.
Le ferie devono essere godute dal dipendente:
- almeno 2 settimane, possibilmente continuative, entro il 31 dicembre dell’anno di maturazione;
- le restanti 2 settimane entro i 18 mesi successivi al termine dell’anno di maturazione.
Il numero di ferie che il dipendente matura in ciascun mese di lavoro è pari al totale annuo di maturazione diviso per 12: individuando così il rateo mensile di ferie.
Facciamo un esempio: chi ha diritto a 173 ore annue di ferie maturerà mensilmente un rateo di 14,42 ore mensili (173/12). In caso di presenza di mesi parzialmente lavorati, in merito ad assunzioni o cessazioni, si considerano nel conteggio solo i periodi in cui il rapporto di lavoro ha interessato più di 15 giorni.
Ad esempio, se un dipendente viene assunto in data 1° giugno maturerà 7 mesi di ferie (maturazione da giugno a dicembre), se invece viene assunto in data 24 giugno maturerà 6 mesi di ferie (maturazione da luglio a dicembre).
E’ bene ricordare che le ferie non godute non vanno perse.
In caso di assenza il lavoratore matura le ferie?
Oltre alle situazioni in cui si deve valutare la maturazione in relazione alle frazioni di mese lavorate, esistono assenze che, ai fini della maturazione delle ferie, sono equiparate alle ore lavorate:
- malattia;
- infortunio sul lavoro:
- ferie e permessi;
- maternità obbligatoria;
- assenze giustificate in generale.
In questi casi, quindi, il lavoratore pur essendo assente continua a maturare le ferie come se fosse regolarmente al lavoro.
In altri casi, invece, alcune assenze non consentono la maturazione delle ferie:
- sospensione dal lavoro non retribuita;
- cassa integrazione a zero ore;
- Congedo parentale;
- assenze ingiustificate o non retribuite.
Non ci resta che augurarvi buone ferie ma se avete dubbi, contattateci!