Si riporta il mio articolo per Well Work
Il welfare contrattuale trae la sua origine da un contratto il quale può essere tanto individuale quanto collettivo di carattere nazionale, territoriale o aziendale: in questa guida prenderemo in considerazione il welfare inserito all’interno dei CCNL di settore.
Negli ultimi tempi al momento del rinnovo della parte economica dei CCNL è sempre più frequente che vi sia l’inserimento di quote da destinare a welfare anziché un puro aumento economico.
Pioniere di questa alternativa è stato il CCNL Metalmeccanica Industria che già dallo scorso anno, quando quindi la materia “welfare” iniziava a muovere i suoi primi passi, ha previsto all’interno del suo rinnovo l’obbligo di stanziare una determinata cifra ai dipendenti da utilizzare in servizi welfare.
La cifra inziale era stata pari ad Euro 100, ma già al momento del rinnovo è stata prevista una scala crescente di importi: da giugno di quest’anno infatti l’importo da destinare era pari ad Euro 150 e dal prossimo anno Euro 200.
Altri settori, anche se purtroppo ancora una minoranza, hanno deciso di seguire le orme del settore metalmeccanico e ne sono un esempio il CCNL Orafi, Argentieri e Gioiellierioppure quello delle Telecomunicazioni.
Vediamo cosa prevedono questi contratti.
Il CCNL Orafi, Argentieri e Gioiellieri prevede anch’esso una scala crescente di importi: si parte da quest’anno con un importo pari ad Euro 100, passando per il 2019 a Euro 150 e l’anno successivo a Euro 200.
Il CCNL Telecomunicazioni, invece, è piuttosto cauto: al momento prevede solamente un’erogazione per l’anno in corso pari ad Euro 120.
Il welfare concepito già all’interno del rinnovo contrattuale è una novità rispetto al panorama che ci hanno abitualmente riservato e sicuramente è un appiglio per far sì che i datori di lavoro siano sempre più incoraggiati ad inserire politiche di welfare all’interno delle loro aziende.
Allo stato attuale, purtroppo però, i datori di lavoro non colgono ancora questa possibilità né le potenzialità di tale strumento, percependola solamente come un’imposizione.
Questa riflessione nasce soprattutto dal riscontro con la realtà nella quale spesso i datori di lavoro quando si trovano di fronte all’obbligo di erogare “welfare” sancito dal CCNL lo interpretano come una complicazione e preferiscono adempiere alla disposizione contrattuale erogando buoni spesa o carte carburante che in parte snaturano la materia welfare così come pensata in sede di rinnovo contrattuale, nonostante assolvano in ogni caso la funzione di sostegno alla retribuzione.