Il mio contributo per Well Work
Settembre è un po’ come gennaio: un mese di inizi. Si riprendono tutte le attività lasciate in sospeso per la “pausa estiva”, si fanno nuovi propositi, si iniziano nuovi progetti, si ritorna in palestra ma soprattutto si torna a scuola.
Se da un lato bambini e ragazzi sono entusiasti di tornare tra i banchi, più probabilmente per rivedere i compagni che per studiare, questo entusiasmo è meno dilagante tra i genitori perché devono mettere mano al portafogli per gestire tasse scolastiche, iscrizioni, libri di testo.
In questa situazione le iniziative di welfare diventano un importante alleato vista la possibilità di estenderle anche ad attività di formazione ed educazione a favore dei familiari dei dipendenti.
Questa modalità avviene attraverso il rimborso di “somme, servizi e prestazioni erogati dal datore di lavoro alla generalità dei dipendenti o a categorie di dipendenti per la fruizione, da parte dei familiari indicati nell’art. 12, dei servizi di educazione e istruzione anche in età prescolare, compresi i servizi integrativi e di mensa ad essi connessi, nonché per la frequenza di ludoteche e di centri estivi e invernali e per borse di studio a favore dei medesimi familiari.”
Innanzitutto, non è previsto il rimborso di spese in favore del dipendente stesso ma il comma 2, lettera f-bis del Tuir si riferisce alle spese sostenute dal dipendente in favore dei suoi familiari per specifiche finalità di istruzione.
È invece la Circolare n.28 del 15 giugno 2016, dell’Agenzia delle Entrate ad aver meglio delineato i servizi di educazione ed istruzione fruibili dai familiari del dipendente come:
- tasse sostenute per l’iscrizione agli asili nido, scuole materne, scuole di istruzione primaria o secondaria di 1° e di 2° grado, e di qualificazione professionale, statali, pareggiate o legalmente riconosciute, in Italia o all’estero;
- tasse universitarie;
- servizi di mensa;
- se inclusi nel Piano di Offerta Formativa Scolastica i servizi di trasporto scolastico e le spese per gite didattiche e visite d’istruzione;
- libri di testo;
- iscrizione per centri estivi e/o invernali, ed anche ludoteche.
Tra le varie spese non possono rientrare nel rimborso tutti i corsi che vengono svolti dai figli con delle finalità differenti dall’istruzione scolastica, come ad esempio i corsi sportivi.